30.09.2011 Tecnologia

Valutazione della sostenibilità degli imballaggi in legno

Come è noto, la Comunità Europea ha definito come linea guida per la sostenibilità degli imballaggi la Strategia delle 4 R:

  • Riduzione delle quantità (volume e peso) dei materiali impiegati nella realizzazio-ne di confezioni.
  • Riutilizzo, ove possibile, di alcuni imballaggi dopo opportuna sterilizzazione (es: vuoto a rendere per le bottiglie di vetro in Germania)
  • Riciclaggio
  • Recupero dell’energia durante i processi di combustione.

La Direttiva Packaging dell’UE richiede che gli Stati Membri emettano programmi per ridurre i rifiuti da imballaggio, stabilisce le quantità di materiale da recuperare e riciclare, richiede di ridurre il contenuto di metalli pesanti negli imballaggi e obbliga gli stati membri a promuovere e sviluppare campagne di educazione al riciclaggio.

L’obiettivo globale minimo di recupero è ora del 60%. I nuovi obiettivi globali di riciclo sono stati fissati tra il 55% e l’80%. Gli obiettivi minimi di riciclo per materiale, da raggiungere entro il 2008 (2011 per Grecia, Irlanda e Portogallo), sono stati così definiti:

  • 60% per la carta e il vetro;
  • 50% per l’acciaio e l’alluminio;
  • 22,5% per la plastica;
  • 15% per il legno.

Molte aziende europee e internazionali hanno accolto le normative e il crescente interesse delle persone per l’ambiente come stimolo positivo per riguardare i propri processi produttivi in chiave sostenibile. A testimonianza della diffusione di comportamenti particolarmente virtuosi.

Nel caso del legno, trattandosi di un materiale per sua natura rinnovabile, la principale preoccupazione degli organismi internazionali è relativa alla sostenibilità della filiera produttiva, ovvero allo sfruttamento razionale delle foreste e alla sicurezza dei luoghi di lavoro.

A tale scopo, il marchio PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification), garantisce che il legno utilizzato dai produttori di imballaggi è ottenuto da foreste con i più elevati standard di eco-sostenibilità; attraverso uno specifico procedimento di rintracciabilità (Catena di custodia) è inoltre possibile certificare il percorso del legname certificato dalla foresta al prodotto finito.

A livello Europeo, la Forest-Based Sector Technology Platform (FTP) ha definito una roadmap per lo sviluppo sostenibile e la ricerca nel settore dello sfruttamento delle foreste in Europa. Secondo la Vision della FTP per il 2030, il settore giocherà un ruolo essenziale per lo sviluppo di una società sostenibile nella comunità europea.

Attualmente contribuiscono alla piattaforma FTP:

  • European Confederation of Woodworking Industries (CEI-Bois),
  • Confederation of European Forest Owners (CEPF)
  • Confederation of European Paper Industries (CEPI)
  • European State Forest Association (EUSTAFOR).

In particolare, la CEI-Bois (European Confederation of Woodworking Industries), fondata nel 1954, è l’organismo internazionale che rappresenta gli interessi dell’Industria Europea della lavorazione del legno,  settore che comprende 380.000 aziende, per un volume di affari di 270 miliardi di euro e 3 milioni di lavoratori nell’EU27.

Nella sezione “Wood in Transport and Packaging” del sito di CEI-Bois è riportata una panoramica sull’impiego del legname nel settore dei trasporti e del packaging per i tre principali comparti che fanno uso di questo materiale, ovvero: pallets, “light-weight packaging” e “industrial packaging”. Il settore degli imballaggi in legno gioca un ruolo determinante nella catena produttiva del legno, dal momento che l’insieme delle aziende europee che operano in questo comparto impiega circa 20 milioni di m3 di legname, per un ammontare di 350 milioni di pallet, imballaggi “leggeri” e imballaggi industriali. Sempre a cura di CEI-Bois è stato redatto un rapporto dettagliato sullo stato dell’arte relativo alla sicurezza dei luoghi di lavoro delle aziende operanti nel settore.

In conclusione, se si vuole determinare l’impatto ambientale di un imballaggio in  legno occorre tenere conto di una serie molto vasta di fattori: protezione del prodotto, salute dell’uomo, salvaguardia dell’ambiente, conformità alle norme, fattori estetici, ecc. Anche in questo caso, il ricorso alla metodologia Life Cycle Assessment (LCA), fulcro di ogni studio di impatto ambientale, sviluppata per valutare ogni fase del ciclo di vita di un prodotto, dall’estrazione delle materie prime al fine vita, è un valido aiuto per le aziende che vogliono valutare e migliorare l’impatto ambientale dei propri prodotti.

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