25.07.2011 Tecnologia

Il cammino della “società del riciclaggio”

Negli ultimi trent’anni si è assistito ad una crescente produzione di rifiuti, indice di una società sempre più orientata verso i consumi e verso la modalità “usa e getta” degli articoli di uso quotidiano.

La gestione dei rifiuti è diventata un problema di carattere ambientale che risulta tangibile ovunque, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. Questi ultimi, in particolare, sono spesso oggetto d’importazione e di smaltimento illegali di rifiuti, nonché di tecnologie produttive ad alto impatto sia sanitario che ambientale.

Tutto ciò nonostante le indicazioni dell’Unione Europea, la quale, già nella Comunicazione della Commissione europea del 1996, prevedeva che la prevenzione e la minimizzazione delle sostanze pericolose dovevano essere i punti chiave per una strategia sulla gestione dei rifiuti. In attuazione delle direttive europee su questo tema, con l’entrata in vigore del D.lgs. n. 22/97, conosciuto come Decreto Ronchi (e sue modifiche e integrazioni), il nostro Paese si è dotato di un sistema legislativo avanzato che pone l’accento sulla necessità di utilizzare il meno possibile le risorse non rinnovabili; pertanto il rifiuto deve essere gestito in modo da ridurne la produzione e la pericolosità, nonché da incentivare il suo riutilizzo al fine di inquinare meno e ridurre il flusso avviato allo smaltimento.

In sintesi il suddetto decreto pone i seguenti obiettivi:

  • Salvaguardare la fauna e la flora e ridurre il degrado ambientale;
  • Incentivare la raccolta, il recupero, il riciclo della materia prima e seconda, nonché i sistemi che tendono a limitare la produzione dei rifiuti;
  • Disciplinare la modalità di controllo, utilizzo, trasporto e trattamento delle materie prime secondarie;
  • Favorire: la cooperazione tra pubblico e privato nonché la trasparenza, la legalità, l’economicità e l’efficienza dei servizi;
  • Applicare il principio fondamentale secondo il quale “chi inquina paga”.

Il Decreto ha delegato il CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, quale organismo che garantisca il passaggio da un sistema di gestione basato sulla discarica a un sistema integrato di gestione basato sul recupero e sul riciclo dei rifiuti di imballaggio. Il CONAI è una delle realtà consortili più grandi ed efficienti d’Europa, con 1.400.000 aziende iscritte, tra produttori e utilizzatori di imballaggi con la finalità di perseguire gli obiettivi di recupero e riciclo di materiali di imballaggio previsti dalla legislazione.

Le attività di recupero e valorizzazione dei materiali di imballaggio sono basate sul principio della responsabilità condivisa del mondo delle imprese nei confronti dell’ambiente e su un livello di contributi ambientali che è fra i più bassi d’Europa.

Alle imprese viene chiesto non solo di preoccuparsi dell’impatto ambientale del processo produttivo, ma anche di esercitare una responsabilità sul prodotto, sia nell’uso che ne viene fatto, sia nello smaltimento a fine ciclo.

In un quadro di responsabilità condivisa in cui si chiedono a tutti i soggetti coinvolti – imprese, Pubblica Amministrazione, cittadini – nuovi comportamenti che permettano di far fronte a nuove responsabilità, i Ministeri dell’Ambiente e delle Attività Produttive hanno definito obiettivi e vincoli lasciando alle imprese la libertà di decidere come raggiungerli. La politica definisce il cosa, le imprese il come.

Le leggi e la direttiva europea sono il frutto di un nuovo modo di pensare: la necessità di tener conto della variabile ambientale nella progettazione, non solo dei momenti di produzione, ma anche in quelli di consumo.

Il sistema CONAI  si basa sulla attività dei sei Consorzi rappresentativi dei materiali che vengono utilizzati per la produzione di imballaggi:

  • Consorzio Nazionale Acciaio
  • CIAL: Consorzio Imballaggi Alluminio
  • COMIECO: Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli imballaggi a base cellulosica
  • RILEGNO: Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Recupero e il Riciclaggio degli Imballaggi di Legno
  • CO.RE.PLA.: Consorzio Nazionale per il Riciclaggio e il Recupero degli Imballaggi di Plastica
  • CO.RE.VE.: Consorzio Recupero Vetro

Ogni consorzio deve coordinare, organizzare e incrementare, per ciascun materiale, il ritiro dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, la raccolta di rifiuti di imballaggio dalle imprese industriali e commerciali e l’avvio al recupero e al riciclo.

Il sistema di gestione degli imballaggi creato in Italia rappresenta un modello unico non solo nel nostro Paese, ma anche in Europa.

L’UE si sta avviando verso la creazione di una “società del riciclaggio”, ma vi sono ancora margini di miglioramento. La Commissione europea ha recentemente pubblicato una relazione sui risultati ottenuti dagli Stati membri nella prevenzione e nel riciclaggio dei rifiuti. Da quanto emerge, anche se alcuni paesi hanno compiuto progressi eccellenti, si è ancora lontani dal raggiungere l’obiettivo a lungo termine di una “società del riciclaggio”, in cui non solo si eviti di produrre rifiuti ma li si utilizzi anche come vera e propria risorsa. Oro, platino, palladio e rame sono solo alcuni dei materiali che è possibile recuperare in percentuali non poi così basse in fase di smaltimento di alcuni tipi di rifiuti. Non si tratta di rifiuti da interrare o incenerire, ma di risorse che occorrerebbe rispettare. L’intento è fare dell’Europa un “economia efficiente dal punto di vista delle risorse” – obiettivo stabilito nel quadro della strategia di Europa 2020 e che non dovrebbe limitarsi ad una semplice riduzione delle conseguenze ambientali negative e delle emissioni di gas a effetto serra, ma che potrebbe generare anche occupazione.

Una politica ambientale consapevole deve porre come obiettivo prioritario la riduzione sia della quantità che della pericolosità dei rifiuti prodotti. A tal fine, è necessario intervenire con azioni specifiche per disciplinare alla fonte il processo produttivo e per agevolare ed incentivare il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti prodotti. Infine i rifiuti non recuperati devono essere smaltiti in condizioni di sicurezza, con una progressiva riduzione del flusso dei rifiuti avviati in discarica.

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